Poco fuori Santa Maria Capua Vetere, procedendo lungo l’Appia in direzione di Caserta, sul lato sinistro della strada si incontrano le cosiddette Carceri Vecchie, un edificio a destinazione funeraria cosi definito per la credenza popolare che lo riteneva un carcere per i gladiatori. In base alla tipologia architettonica e alla tecnica muraria si può datare all'età sillana, mentre le decorazioni dell'interno rimandano all’età augustea.
Il monumento funerario é costituito da un grande tamburo cilindrico esterno, che racchiude un tumulo tramite diaframmi radiali, e, inscritto al centro, un corpo circolare minore.
Il tamburo esterno, in opus reticulaumi e scandito da doppie file di mattoni, è articolato da semicolonne poggianti su plinto, rivestite di stucco e scanalate, di ordine tuscanico, tra cui si aprono alternate nicchie rettangolari e semicircolari, con coperture a semicalotta rivestite in stucco e decorate a conchiglia.
La pavimentazione esterna realizzata in cocciopesto. In alto, al di sopra dell’architrave, il tamburo completato da una Fascia continua scandita da piccoli semipilastri. Sulla sommità, al di lá del riempimento di terreno, un corpo centrale circolare, costituito da otto colonne sosteneva probabilmente una copertura a cuspide, perduta, posta in corrispondenza della camera sepolcrale. Questa era raggiungibile attraverso un corridoio, oggi purtroppo chiuso da una chiesetta moderna.