Tora e Piccilli: Informazioni turistiche
Comune di circa 1200 abitanti, situato a pochi chilometri dalla Casilina e dall’antica via Latina, di cui domina la valle, il paese di Tora e Piccilli deve la sua importanza proprio alla particolare ubicazione geografica. Dall’epoca romana fino agli eventi della seconda guerra mondiale, l’abitato di Tora è stato un naturale punto strategico di avvistamento militare, come dimostra ancora la quadrangolare torre longobarda del XII secolo, situata nel punto più alto dell’antico borgo, il cui svettante profilo caratterizza l’iconografia del paesaggio circostante.
Il territorio di Tora e Piccilli, con altitudine variabile tra i 121 e gli 894 metri sul livello del mare, si presenta particolarmente ameno e vario dal punto di vista paesaggistico. Di notevole interesse sono il querceto in località Trivuzio, il cosiddetto “Bosco degli Zingari”, querceto di 102 ettari con presenza di cinghiali, e l’ambiente naturale che si osserva lungo la strada di collegamento tra Tora e la frazione di Tuoro con ampie distese di castagni, ulivi, querce per 150 ettari. La fauna è composta soprattutto da cinghiali, volpi, rettili, merli, usignoli, pettirossi e falchi reali.
La zona, resa fertile dai materiali vulcanici depositati dalle eruzioni del Roccamonfina, fu abitata dapprima dalle popolazioni italiche degli Ausoni-Aurunci, poi dai Sanniti, ai quali si deve la fondazione del primo nucleo di fortificazioni in località Tora-Presenzano denominato Rufrae, di cui oggi rimangono alcune rovine. Nel III secolo a.C. il territorio fu colonizzato dai romani. Sul finire del VI secolo, il paese divenne possedimento della contea longobarda di Teano.
Si deve ai Normanni, durante il XII secolo, la prima fortificazione del centro abitato di Tora, ai tempi del regno di Guglielmo d’Altavilla, quando signore del feudo risultava essere Polido de Tora. Ai tempi di Federico II divenne feudataria di Tora la potente famiglia ducale dei Marzano di Sessa, durante il regno aragonese il possedimento passò ai nobili Galluccio.
Nel 1627 a causa di continui dissidi l’università di Piccilli si separò dal ducato di Tora e le due comunità furono riunite in un’unica entità amministrativa solamente nel 1807. Nel XVIII secolo l’università di Tora passò ai Filangieri, duchi del ramo di Arianiello, a cui rimase fino all’eversione della feudalità. Vittima del brigantaggio dopo la sconfitta delle truppe borboniche e delle vessazioni dei Tedeschi dopo l’armistizio del 1943, il paese ospitò prima come colonia di lavoro e poi nascose, per sottrarli alle deportazioni dei tedeschi, circa cinquanta ebrei napoletani che trovarono rifugio nei boschi grazie alla collaborazione e al silenzio di tutti gli abitanti, compreso lo stesso podestà. È l’unico episodio in Italia che si conosca in cui una intera comunità si schiera a favore degli ebrei.Per quest’episodio di solidarietà collettiva nel 2005 il Comune di Tora e Piccilli è stato insignito della medaglia d’argento al valore civile.
La torre medioevale, per il suo carattere di costruzione isolata posta al centro di una struttura fortificata, va fatta risalire almeno all’epoca normanna ed è, quindi, databile tra la fine del XI e la seconda metà del XII secolo. Più volte rimaneggiata e parzialmente ricostruita nel corso dei secoli, essa conserva la sua funzione di torre di avvistamento sulla vallata, luogo di transito obbligato per l’ingresso da nord e da ovest della pianura campana.La cella campanaria custodisce il campanone datato 1888, fuso da maestranze napoletane sul posto, nonchè l’antico meccanisco dell’orologio.
La chiesa madre di San Simeone, dedicata al santo profeta patrono del borgo di Tora, sorge a ridosso dello slargo antistante la torre normanna e risulta già esistente nel 1112. Ricostruita sui ruderi del castello intorno alla prima metà del Settecento in stile tardo barocco presenta una pianta a navata unica con un ampio transetto e cappelle laterali. La facciata, scandita da paraste, è dotata di un portale con fascia a piccole bugne a punta di diamante, un timpano triangolare e un finestrone. L’interno è abbellito da decorazioni in stucco e notevoli opere pittoriche di scuola napoletana del Settecento. Il presbiterio conserva un coro ligneo intarsiato d’ignoto intagliatore campano del XVIII secolo.
Fuori dal centro fortificato di Tora sorge, sull’attuale via Roma, e di fronte alla villa comunale, il palazzo ducalefatto costruire dalla famiglia dei Galluccio intorno alla metà del Settecento in sostituzione del vecchio palazzo che sorgeva tra le mura del castello. L’edificio, di notevoli dimensioni, presenta una facciata semplice, con loggia a esedra e un portale realizzato in stile rinascimentale. Fu acquistato dalla famiglia Falco nel 1876.
Sulla strada che conduce a Tora, in località “Margherito,” si incontra la Chiesa e Convento di Sant’Antonio, equidistante dai due borghi principali. Fu costruito nel 1709 per volere di Francesco Galluccio, duca e barone di Tora, il quale lo affidò ai Padri Cappuccini. Dal 1806 il convento fu sede del municipio e nel 1860 fu adibito ad ospedale per i garibaldini, dal 1904 fu nuovamente abitato dai frati cappuccini e dimorò tra le sue mura un decennio più tardi il Beato Leopoldo Mandic. Dal 1999 il complesso è abitato dai fratelli e sorelle della Comunità Mariana “Oasi della Pace”. La chiesa presenta un’aula unica e decorazioni in stucco ottocentesche. Particolarmente suggestivo è il piccolo chiostro interno al convento.
Sulla strada principale di Piccilli si affaccia la chiesa di San Giovanni Evangelista, edificio di culto tra i più grandi di tutta la diocesi di Teano-Calvi, documentato già nel 1676. La costruzione, più grande della stessa chiesa madre di Tora, fu eretta a Piccilli in segno di sfida e di conquista nei confronti dei torani. Un’antica leggenda narra che la chiesa fu edificata per volere della regina Giovanna, la quale diede alla luce un figlio in prossimità del paese. La facciata presenta un doppio ordine, quello superiore con finestrone rettangolare e timpano triangolare con pinnacoli; quello inferiore con capitelli in stile ionico raccordati da festoni e un portale mistilineo. L’interno, ad aula unica, ricoperta da volta a botte con lunette e cappelle laterali nelle quali di particolare interesse sono i pavimenti in maioliche e gli altari marmorei con stuccature in stile tardo-barocco, conserva alcune tele del Settecento.
Lasciando il centro abitato di Tora e percorrendo una strada di campagna che attraversa un vallone, dal quale è possibile cogliere scorci pittoreschi della rocca torana, si giunge in località Foresta sulla cui piazzetta prospetta la piccola chiesa tardo-medioevale di Sant’Andrea Apostolo, posta in asse con l’unica via che compone il borgo. Successivamente rimaneggiata, la facciata presenta un portale in tufo locale sormontato da una lunetta in cui è raffigurata l’effigie di Sant’Andrea. L’interno, molto semplice, ad aula unica e sagrestia laterale, conserva ancora, dietro l’altare, parte di un’antico affresco raffigurante un Cristo Pantocratore e una Vergine con Bambino. L’area boschiva circostante questo silenzioso borgo, forse uno dei più caratteristici della zona,fu un tempo il territorio di caccia dei signori del Castello di Tora.
Tratto da : comune.toraepiccilli.ce.it
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