Castel di Sasso: Informazioni turistiche
Al tramonto del feudalesimo (1806) la sede amministrativa "della" comune di Sasso, rimase nel casale omonimo. Come ente autonomo "la" comune fu racchiusa nei confini attuali Anteriormente, quale università della baronia di Formicola, Sasso comprendeva pure il villaggio di Villa Santa Croce. La circostanza è confermata:
•dal catasto onciario dell'anno 1757. A pag. 22 il registro nel riportare "lo stato d'anime" (famiglie), assegna 28 focolari a Villa Santa Croce e 34 focolari a Sasso. Una cosa sorprende: tutte le famiglie residenti nel casale "Santa Croce" hanno il cognome Mastroianni.
•dal libro dei morti, che va dal 1624 al 1807, esistente nella chiesa arcipretale di Sasso. L'ultimo morto di Villa Santa Croce risale al 17 agosto 1760.
•dalla vertenza insorta nel 1810 tra "la" comune di Villa Santa Croce e "quella" di Sasso per l'esercizio dell'uso civico sul bosco demaniale denominato Cerri di San Biagio. In una lettera del 30 luglio 1810 il giudice di pace di Formicola, don Gennaro Feroce, chiarisce all'Intendente di Terra di Lavoro che ha ragione il comune di Sasso, perchè anni addietro il comune di Villa Santa Croce faceva corpo solo con quello di Sasso; se ne separò con l'autorità della Camera della Sommaria.
•dal decreto di Gioacchino Napoleone (Murat), Re del Regno delle due Sicilie, in data 19 settembre 1809. A pag. 269 del fascicolo 28, decreti originali, il Re nomina "percettore delle contribuzioni dirette della comune di Villa Santa Croce, in Terra di Lavoro, Giuseppe De Vita".
•dal decreto del Commissario degli Usi Civici di Napoli, del 9 agosto 1939, che scioglie la promiscuità fra Sasso e Piana di Caiazzo di tre demani: Defensa, di natura feudale, Monte Friento e Montemaiuri, appartenente quest'ultimo all'ex abadia di Villa Santa Croce.
Con ordinanza del Duca di Alamo, del 30 giugno 1812, fu sciolta la comunione generale di tutto il territorio feudale della Baronia di Formicola, a termine dell'art. 5 delle istruzioni del 1810. Tra il Comune di Piana di Caiazzo e quello di Castel di Sasso si incardinò una lunga vertenza giudiziaria durata fino al 1948, quando venne approvato (D.M. 2.1.48, registrato alla Corte dei Conti il 15.4.48 reg. n. 10 fol. 237) l'atto di conciliazione tra le due amministrazioni sugli ettari di suolo scorporati dalla relazione del perito demaniale, ing. Marcello Buontempo. Di particolare rilievo in quella relazione, è l'antica attribuzione di Montemiauri all'abadia di Villa Santa Croce. L'estensione del demanio originario, appartenente al Principe Riccardo II di Capua che lo donò con pergamena del 1079 alla chiesa di S. Lorenzo di Aversa, risulta di Ha 312.69.75. Di essi ettari 182.60.90 ora sono in demanio libero al comune di Piana, Ha 33.28.30 sono illegittimamente posseduti dai vari cittadini ed Ha 66.80.54 sono attribuiti in demanio al comune di Castel di Sasso. Nel 1823 la sede comunale di Sasso venne trasferita nel casale Prea in un vano fittato da certo Melone cui veniva corrisposto il canone annuo di 10 ducati. Nel 1862 i cittadini di Strangolagalli, spalleggiati dal consigliere provinciale Bonaventura Campagnano, tentarono trasferire la sede comunale nel loro villaggio, accampando un gravoso canone di affitto. Esiste -essi sostengono- in Strangolagalli un edificio di Giovanni Parillo, acquistabile per 120 ducati. Potrebbero finanziare la spesa i 100 ducati pignorati sui beni di Felice Coletti, derivati dal lascito del parroco Di Rienzo. Con decreto di Vittorio Emanuele II del 9 novembre 1862, a firma del ministro Rettazzi, venne autorizzato il trasferimento a Strangolagalli della sede comunale, ma il popolo di Prea, insorto, si oppose decisamente.
Punti d'interesse
BORGO SASSO:
Piccolo borgo medioevale che offre alla vista un incantevole panorama. Dell’antica fortezza, benché poche le tracce, conserva ancora il torrone quadrangolare posto al centro della rupe su cui si ergeva e tratti di cinta muraria provvista di sei gritte difensive. A circa 200 m dall’abitato, purtroppo ridotta ormai a rudere, è situata la chiesa di S. Biagio extra moenia. Esistente già nel 979, ma intitolata a S. Pietro, fu in un primo tempo, una stazione processionale di pellegrinaggio di devozione a S. Michele Arcangelo. Ciò che caratterizza questa fabbrica sono gli affreschi, quasi del tutto scomparsi, facenti parte del repertorio di modelli della temperie desideriana.
BORGO VALLATA:
Sorto intorno all’edificio a torre colombaia di casa Apisa data 1538 che testimonia la pratica dei piccioni viaggiatori e situato al centro di 2 stradine della transumanza che ne delineano la forma urbana, il borgo Vallata rappresenta la perfetta fusione tra natura e artificio. Il borgo conserva caratteri tipici della ruralità del tardo medioevo con contaminazioni di stile catalano in alcuni elementi architettonici.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
L’edifico è situato nella frazione di Strangolagalli e risale alla fine del 1700. Oggi completamente recuperato è adibito a sala polivalente.
Tratto da: comune.casteldisasso.ce.it
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