La storia di Rocca d'Evandro è sicuramente legata al suo castello che, attraverso varie vicissitudini, è ancora in possesso del monastero di Montecassino nel 1066, anno in cui, per ordine dell'Abate Desiderio, fu fatta fondere in Costantinopoli una porta con un pannello raffigurante il territorio in questione nel quale con tutti i possedimenti dell'Abbazia, risulta anche Rocca d'Evandro. Il castello ha subito nella storia due terremoti devastanti, nel 1117 e nel 1349. È stato più volte ricostruito ed è appartenuto a vari proprietari, tra cui il fisco fino al XV secolo quando è finito il feudalesimo.
Agli inizi del XVI secolo viene dato in concessione dal re Ferdinando a Ettore Fieramosca, eroe della disfida di Barletta e, in quegli anni, duca di Mignano. Data la posizione particolarmente inaccessibile, è un castello ambito da molti e più volte viene utilizzato come rifugio in situazioni di pericolo incombente. I monaci di Montecassino vi si rifugiano con tutti i loro tesori per sfuggire all'invasione del Regno di Napoli da parte di Carlo V, ma la fortezza viene espugnata dalla potente artiglieria del marchese di Pescara. Donato successivamente a Vittoria Colonna, vedova del marchese di Pescara, rientra nei possedimenti della
famiglia Sammarco.
Dopo l'estinzione di questo casato viene acquisito alle proprietà del fisco. Successivamente viene finalmente acquistato da Giandomenico Pelosi per conto della figlia Antonia in Cedronio. Sotto questo casato il castello risulta ampliato e fortificato.
Dal 1980 il castello è di proprietà del Comune che lo acquista per salvaguardarne il patrimonio storico e recuperarlo come patrimonio culturale della collettività. Dal 1983 sono stati avviati lavori di restauro sotto la sorveglianza della Sovrintendenza per i Beni Ambientali, Artistici, Architettonici e Storici di Caserta e Benevento. La sua posizione strategica, che un tempo lo rese prezioso per gesta militari, oggi ben si presta ad un uso turistico e culturale.