Ailano : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diCaserta.



Comune di Ailano

Comune di Ailano

Ailano: Informazioni turistiche

Le origini di Ailano sono da ricercare in alcuni insediamenti del terzo millennio a.C., siti sulla riva del Volturno, come attestato dal rinvenimento di alcuni strumenti in selce quali pugnali bifacciali e cuspidi di frecce peduncolate, attribuibili all'eneolitico. Ma, come per tutti i paesi del Medio Volturno, solo dall'epoca sannitica si comincia ad avere un'attestazione di frequenza continuativa. Le necropoli che hanno restituito materiale dell'epoca sono site in località Cerquete e Colle Sabelluccia-Starze, ove furono rinvenute tombe con oggetti in bronzo, cinturoni, lance e vasi. Di questi, due, databili al IV-III secolo a. C., sono presenti nel Museo di Piedimonte Matese. Nella località Zappini, nel 1926, furono rinvenute due statuette in bronzo, rappresentanti Ercole in assalto, che furono consegnate al Museo di Piedimonte da Enrico Villani e la cui descrizione dettagliata è riportata nel libro "La terra dei Sanniti Pentri" di R.U. Villani (1983). Nella località di Cingla all'inizio del VIII secolo d.C. il longobardo Saraceno costruì la chiesa di S. Cassiano che, successivamente, nel 743, il duca di Benevento, Gisolfo II, assegnò al cenobio di Montecassino. Nasce così il monastero di S. Maria in Cingla che nonostante due distruzioni ad opera dei Saraceni ed alcuni episodi che evidenziano i conflitti tra Longobardi ed i vincenti Normanni, raggiunse il massimo splendore agli inizi del XII secolo, riedificato dall'abate cassinese Gerardo. Dall'edificio, triabsidato, attualmente è visibile l'abside laterale destra ed individuabile quella di sinistra. L'arco frontale del catino è realizzato con grossi blocchi tufacei squadrati e messa in opera con regolarità. Altri frammenti di muratura si presentano meno curati e con tracce di restauro mentre gli affreschi, descritti in epoche passate, non sono più evidenziabili. Del materiale rinvenuto, di epoca alto-medievale, si è potuto studiare e datare alla fine del IX secolo solo un capitello, del resto frammentato, che presenta una corona di foglie stilizzate ed appuntite e con nervature centrali su cui si ergono altre foglie, a punta rovescaita e scanalata. Nel luglio del 1903, durante alcuni lavori di scavo già iniziati nel 1870 ma subito interrotti, furono rinvenute le tracce di un affresco del quale fu tratta copia conservata nel museo campano di Capua (fonte R.U. Villani "La Terra dei sanniti Pentri"). Notevole è il numero dei documenti in cui è citato il monastero di S. Maria in Cingla. Tra i tanti si ricorda un Placito del X secolo.
Da un processo, tenutosi a Teano nel 963, in cui l'amministratore del cenobio fu costretto a rivendicare il possesso di alcune terre, site nel territorio di Vairano, dalle mire espansionistiche del conte Atenolfo, deriva il quarto documento in cui compare la trascrizione della lingua parlata. la formula dei testimoni (SAO CCO KELLE TERRE PER KELLE FINI QUE TEBE MOSTRAI TRENTA ANNI LE POSSETTE PARTE SANCTE MARIE) è pronunciata e registrata nel linguaggio del luogo e lascia intravedere le caratterisatiche evolutive della lingua italiana. L'intero territorio del comune di Ailano fu, quindi, nell'alto Medionevo legato alle sorti del cenobio di S. Maria in Cingla, come evidenzia anche l'iscrizione presente sull'ottavo pannello della porta bronzea della basilica desideriana di Montecassino, in cui tra le pertinenze di Cingla è ricordato Ailanu. A partire dall'epoca normanna la terra di Aylanum fu fortificata sull'area collinare. Tra gli episodi che la videro protagonista si ricordano le vicende durante le lotte tra Federico II di Svevia ed il Papa Gregorio IX. Ailano, possedimento della famiglia Aquino, legata all'imperatore, fu nel 1229 assediato dall'esercito pontificio, comandato dal cardinale Pelagio. Durante il regno di Carlo D'Angiò si avvicendarono sul territorio le famiglie Arigot e De Fossis. Adone Rapa e Tommaso Cipriano furono i feudatari dell'area durante il Regno di Roberto D'Angiò. In seguito , dalla fine del XIV secolo sino agli anni Trenta del XVI Ailano appartenne alle famiglie Cipriano, Sanframondo e Pandone. In particolare, quest'ultima dominò per molti anni, sino all'arrivo dei Francesi dell'Imperatore Francesco I con i quali si schierò e con i quali fu accumunata nella sconfitta, subita dagli Spagnoli. In seguito il feudo fu possesso di varie famiglie di cui si ricordano i Carafa, i De Penna, i Matteo, i Carbonelli ed i Pescarini. Nel periodo post-unitario, già alla fine del 1860, Ailano fu sede di drappello della Guardia Nazionale, utilizzata per la repressione della banda del brigante Pietro Trifilio, che aveva organizzato la reazione insurrezionale filoborbonica. Per la posizione strategica, infine, durante la seconda guerra mondiale l'area posta dietro le colline Cerrito e Calegna fu occupata dai Tedeschi per opporsi all'avanzata americana. Gli ailanesi per alcuni giorni abbandonarono il paese che fu liberato dagli Americani il 28 ottobre 1943.
CENTRO STORICO
All'ingresso del centro storico l'attenzione è rivolta alla torre del Castello, che da qualche anno è visitabile su prenotazione accedendovi dagli ambienti di proprietà comunale ove è la biblioteca ed in progetto il museo della musica. Dopo aver superato il sopportico d'ingresso al borgo, si giunge alla Piazza, terrazza sul paesaggio della valle del Volturno fino ai monti Lattani di Roccamonfina. La chiesa parrocchiale di San Giovanni Apostolo ed Evangeista, a tre navate, con tele sei-settecentesche, ha subito varie ristrutturazioni. Di notevole conserva i paliotti dell'Altare Maggiore e dell'Altare del Rosario. L'intero centro storico con le stradine ad andamento circolare e con i gradoni che spingono ad andare sempre oltre, alla ricerca di un angolo di Medioevo od alla visione della campagna circostante, può essere considerato un ambiente ancora incontaminato.
PRODOTTI TIPICI
I prodotti tipici sono da ricercare nella tradizione e nella cucina contadina di un territorio collinare vocato alla coltivazione dell'olivo, per un ottimo olio, nell' uva da vino pallagrella bianca e rossa, legumi ed ortaggi nei terreni della piana del Lete, nei prodotti da forno, in particolare i taralli.
Tratto da : www.comune.ailano.ce.it

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